Min.Lavoro: conseguenze della pandemia più gravi per i lavoratori migranti
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali pubblica l’XI Rapporto “Gli stranieri nel mercato del lavoro in Italia” curato dalla Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione del MLPS.
Il calo dell’occupazione, il parallelo travaso nell’inattività e l’allargamento della povertà legati alla pandemia colpiscono in modo sproporzionato i lavoratori migranti in Italia.
È una delle evidenze dell’XI Rapporto “Gli stranieri nel mercato del lavoro in Italia” pubblicato oggi dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che, attraverso i dati di diverse fonti istituzionali, restituisce un quadro dettagliato della partecipazione dei migranti al lavoro e al welfare in Italia. Concentrandosi sul 2020, questa edizione dà conto delle prime conseguenze dell’emergenza COVID-19, anche con analisi dedicate alle misure straordinarie messe in campo dal governo.
Gli occupati stranieri in Italia sono 2,3 milioni, circa il 10% del totale, ma il 35% degli occupati spariti nel 2020 (160 mila su 450 mila) sono stranieri. Gli occupati italiani sono calati dell’1,4%, gli extra UE del 6%, i comunitari del 7,1%. Parallelamente, gli inattivi italiani sono aumentati del 3,1%, gli extra UE del 15,1%, i comunitari del 18,7%. Le donne straniere sono sempre più penalizzate (-10% di occupate extraUe nel 2020, contro il -3,4% di occupati extra UE e -1,6% di occupate italiane) e notevoli differenze si registrano anche tra settori e comunità diverse.
Il rapporto mostra che, a parità di altre condizioni, gli stranieri hanno più probabilità degli italiani di perdere il posto. Il rischio è massimo per le giovani donne straniere, con basso livello di istruzione, occupate in professioni low skill e residenti nel meridione. Lo stesso identikit è anche al vertice della vulnerabilità percepita, quella delle persone che oggi temono di perdere il lavoro.
Intanto, le famiglie in povertà assoluta sono nel 28% dei casi famiglie con stranieri (che però rappresentano meno del 9% delle famiglie in Italia) e l’incidenza di povertà assoluta è al 25% tra le famiglie con almeno uno straniero, mentre tra le famiglie di soli italiani si ferma al 6%. Nelle varie edizioni del reddito di emergenza, la misura di sostegno economico varata durante la pandemia, l’incidenza dei beneficiari extra UE oscilla tra il 25% e il 40%, anche se i cittadini extra UE sono solo il 6% della popolazione residente.
Il rapporto “Gli stranieri nel mercato del lavoro in Italia” 2021 è curato dalla Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione del MLPS, con il supporto di Anpal Servizi, in collaborazione con la Direzione Generale dei Sistemi Informativi, dell’Innovazione Tecnologica, del Monitoraggio dati e della Comunicazione, l’INPS, l’lNAIL e Unioncamere. L’XI edizione è arricchita da uno scenario sovranazionale tracciato dall’Ocse e da un approfondimento su stranieri e povertà curato dall’Istat.
Oltre all’edizione integrale e alla sintesi delle principali evidenze, sono disponibili online una presentazione interattiva e un cruscotto statistico per navigare tra i dati su assunzioni, cessazioni e occupati.
Per approfondire
Fonte: Ministero del Lavoro