Articolo: Licenziamenti per motivi economici dopo i decreti sostegni
approfondimento di Eufranio Massi* – esperto in diritto del Lavoro
Estratto dal n. 30/2021 di Diritto & Pratica del Lavoro (Settimanale IPSOA)
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“Il blocco dei licenziamenti per motivi economici che ha avuto inizio il 17 marzo 2020 per effetto della crisi pandemica (le procedure collettive di riduzione di personale sono ferme dal 24 febbraio 2020) è stato, di recente, accompagnato, in vista della sua fine, da misure di integrazione salariale finalizzate ad attenuare il colpo e a provvidenze di natura economica sotto forma di decontribuzione per alcuni settori (art. 43 del D.L. n. 73/2021) che, se richieste, sposteranno, in avanti, la possibilità di procedere a recessi per giustificato motivo oggettivo.
Tutto questo è stato accompagnato da roventi polemiche e prese di posizione che hanno spinto il Governo, dopo il varo del D.L. 29 giugno 2021 n. 99, che ha seguito, a distanza di poco tempo, altre misure contenute nel D.L. n. 73/2021, a preparare un “avviso comune” che, sottoscritto dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori, dalle associazioni degli industriali privati, dal Presidente del Consiglio e dal Ministro del Lavoro, rappresenta una sorta di “raccomandazione” alle imprese manifatturiere le quali, prima di effettuare licenziamenti individuali o di aprire procedure collettive di riduzione di personale, sono chiamate a verificare la possibilità di esplorare strade alternative (per lo più integrazioni salariali), destinate, nella sostanza, a “guadagnare tempo” per scongiurare gli effetti negativi correlati ad un numero eccessivo di recessi. ….”
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* Le considerazioni sono frutto esclusivo del pensiero dell’autore e non hanno carattere in alcun modo impegnativo per l’Amministrazione di appartenenza.