Ipsoa Quotidiano: Lavoro intermittente: un’alternativa valida al contratto a tempo determinato?
approfondimento di Roberto Camera* – in collaborazione con IPSOA Quotidiano
“In questo periodo dell’anno molte aziende stanno rivedendo i rapporti di lavoro in scadenza, in virtù delle nuove regole previste dal decreto Dignità (legge n. 96/2018) sui principali contratti di lavoro a termine: contratto a tempo determinato e somministrazione di lavoro a termine.
In particolare, l’esigenza di una parte delle aziende è valutare possibili alternative a queste tipologie contrattuali, al fine di continuare nel solco della flessibilità (o precariato, dipende dai punti di vista) ed evitare la stabilizzazione dei lavoratori.
Perché le aziende non stabilizzano i rapporti di lavoro
La mancata stabilizzazione può essere originata da:
– un mercato troppo volatile che non permette l’instaurazione di soli rapporti a tempo indeterminato;
– il ritorno all’incertezza su quelli che possono essere i risarcimenti in caso di licenziamenti di lavoratori a tempo indeterminato, giudicati illegittimi dal giudice del lavoro. Ciò in considerazione della recente sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo l’articolo 3, comma 1, del Decreto legislativo n. 23/2015, sul contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti, nella parte – non modificata dal cosiddetto “Decreto dignità” – che determina in modo rigido l’indennità̀ spettante al lavoratore ingiustificatamente licenziato;
– infine, in altri limitati casi e, a mio avviso in modo improprio, l’azienda vorrebbe continuare ad assumere a termine per “tenere alta” la produttività del lavoratore che, se inferiore alle attese, può vedersi non rinnovato il contratto.”… continua la lettura
* Le considerazioni sono frutto esclusivo del pensiero dell’autore e non hanno carattere in alcun modo impegnativo per l’Amministrazione di appartenenza.