Articolo: Licenziamento e risarcimento: fine delle automaticità nelle “tutele crescenti”
approfondimento di Eufranio Massi – esperto di diritto del lavoro
Estratto dal n. 39/2020 di Diritto & Pratica del Lavoro (Settimanale IPSOA)
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“Con la sentenza n. 150, depositata lo scorso 16 luglio, la Consulta, continuando il discorso già iniziato con la sentenza n. 194/2018 con cui venne sancita la incostituzionalità del comma 1, art. 3, D.Lgs. n. 23/2015, laddove il legislatore delegato era intervenuto sulle modalità di calcolo della indennità risarcitoria basata unicamente sull’anzianità aziendale, assesta il colpo, forse decisivo, al meccanismo delle c.d. “tutele crescenti” che avevano rappresentato una sorta di distintivo del c.d. “Jobs Act”. La quantificazione “a priori” del costo certo del licenziamento per giustificato motivo oggettivo, soggettivo o giusta causa (art. 3) e quello per violazione di vizi formali e procedurali, pur a fronte di un recesso legittimo (art. 4), non c’è più.
La Corte Costituzionale non ha fatto altro che proseguire lungo la via tracciata con la decisione del 2018 con la quale il giudice è stato rimesso al centro del processo, nel senso che, qualora lo consideri opportuno, può utilizzare criteri correttivi per correggere l’automaticità delle c.d. “tutele crescenti”, motivando la propria scelta.” … continua la lettura