Consiglio di Stato: appalti e ribassi sul costo del personale
Con sentenza n. 4699 del 13 ottobre 2015 della terza sezione, il Consiglio di Stato ha affermato che, seppur conveniente sotto l’aspetto economico, l’aggiudicazione di un appalto ove il costo del personale si basa su tariffe, più basse, di contratti collettivi sottoscritti da associazioni sindacali che non sono comparativamente più rappresentative, non è possibile.
Osserva il giudice amministrativo che ” se si ammettono senza riserve offerte che sono formulate facendo applicazione di costi molto più contenuti oggetto di contratti di lavoro sottoscritti da sindacati non adeguatamente rappresentativi ( nel caso di specie, il CCNL comparativamente più rappresentativo era quello sottoscritto per i servizi integrati nel 2011 daConfindustria e Cgil. Cisl e Uil non era stato applicato in favore di tabelle desunte dal CCNL del terziario siglato dal CNAI nel 2012 con un livello di rappresentatività molto minore e tale da rendere l’offerta non congrua secondo i criteri fissati dall’art. 86, comm 3 bis, del codice egli appalti), si determinano pratiche di dumping sociale perché solo alcune imprese possono beneficiare di disposizioni che giustificano un costo del lavoro inferiore”. La sentenza prosegue ricordando che nelle gare in cui è decisivo il costo del lavoro per la prevalenza dello stesso all’interno dei valori complessivi dell’appalto (c.d. labour intensive) non sono ammissibili valutazioni che si basano su contratti scarsamente rappresentativi.
Fonte: Consiglio di Stato