Cassazione: mancata retribuzione e reato di autoriciclaggio
Con sentenza n. 25979 del 7 giugno 2018 la seconda sezione penale della Corte di Cassazione ha affermato che il pagamento di retribuzioni inferiori a ciò che è riportato in busta paga ed il mancato pagamento di prestazioni straordinarie svolte oltre il normale orario di lavoro configura il reato di estorsione e quello di autoriciclaggio ai sensi dell’art. 648-ter 1 c.p., in vigore dal 1 gennaio 2015.
L’autoriciclaggio punisce la condotta posta in essere da un soggetto che ha commesso o concorre a commettere un reato che è il presupposto da cui derivano proventi illeciti.
La Corte, confermando la misura cautelare del sequestro finalizzato alla confisca a carico dei soggetti amministratori di una Srl, ha rilevato che i rastrellamenti di liquidità concretizzatosi attraverso il mancato pagamento delle quattordicesime mensilità, di anticipi versati soltanto formalmente, del corrispettivo di permessi non goduti, avevano uno scopo ben preciso: quello di costituire una riserva economica per pagare provvigioni o altri benefici in “nero” in favore dei venditori della società.
Nella sostanza, fondi di provenienza illecita venivano reinseriti all’interno dell’azienda. La Srl risponde per autoriciclaggio ai sensi del D.L.vo n. 231/2001.