Articolo: Welfare integrativo e fondi sanitari
approfondimento di Giuseppe Rocco – Esperto previdenziale
Estratto dal n. 27/2018 di Diritto & Pratica del Lavoro (Settimanale IPSOA)
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“La Covip nella propria Relazione annuale riprende un tema già affrontato negli scorsi anni legato ad una possibile convergenza tra fondi pensione e fondi sanitari in una prospettiva di Welfare integrativo. La proposta si inserisce in un contesto in cui, alla luce del Rapporto Censis-Rbm Assicurazione Salute sulla sanità pubblica, privata e intermediata, sale a 40 miliardi di euro la spesa di tasca propria degli italiani per la sanità (+9,6% nel periodo 2013-2017), alimentandosi ogni anno prevalentemente attraverso il mancato assorbimento dei “nuovi” bisogni di cura dei cittadini da parte del Servizio sanitario nazionale. Solo 5,8 miliardi sono “intermediati” (poco meno del 14,5%) da forme sanitarie integrative.
Quello che non va sottovalutato, si sottolinea, è lo scenario di riferimento in cui in primo luogo vi è l’effetto delle modifiche demografiche della popolazione. L’Italia è infatti tra i Paesi più longevi d’Europa e del mondo dal momento che nel 2015 si colloca al secondo posto dopo la Svezia per la più elevata speranza di vita alla nascita per gli uomini (80,3 anni) e al terzo posto dopo Francia e Spagna per le donne (84,9 anni) (media Ue rispettivamente di 77,9 anni e di 83,3 anni). Il vivere più a lungo non significa poi vivere meglio. Esaminando infatti la speranza di vita senza limitazioni, dovuta a problemi di salute, la situazione cambia dal momento che l’Italia si colloca in 15ª posizione, quindi anche al di sotto della media dell’Ue. In particolare aumentano gli italiani con limitazioni fisiche, che non sono in grado di svolgere da soli attività quotidiane semplici come telefonare o preparare i pasti (+4,6% tra 2015 e 2016 negli over 75 che riferiscono qualche limitazione nelle attività). Impattano poi l’evoluzione tecnologica e i nuovi farmaci che incidono sulla sostenibilità del sistema sanitario del nostro Paese sia dal punto di vista finanziario (secondo le ultime stime dalla Ragioneria generale dello Stato di qui al 2025 saranno necessario dai 20 ai 30 mld di euro aggiuntivi) sia in un’ottica di mantenimento di un’adeguata capacità assistenziale.”….continua la lettura