Articolo: Licenziamento – tra satira e diritto di critica
approfondimento di Eufranio Massi per Generazione Vincente
“Con due recenti sentenze la n. 2499 del 31 gennaio 2017 e la n. 3484 del successivo 9 febbraio, la Corte di Cassazione ha avuto modo di esaminare, sotto la prospettiva del licenziamento, una questione importante: quella concernente la satira ed il diritto di critica all’interno del rapporto di lavoro.
Con la prima i giudici della suprema Corte si sono trovati ad esaminare il caso di un lavoratore che aveva pubblicato su Facebook una vignetta ritenuta lesiva e denigratoria dal datore di lavoro.
Nei due gradi del giudizio di merito il dipendente aveva avuto ragione: i giudici avevano sostenuto che il recesso era da ritenersi illegittimo sia per l’assenza di proporzionalità che per una natura ritorsiva dello stesso sulla base di alcune considerazioni che possono così riassumersi:
- numero esiguo delle persone che avevano visionato la vignetta ritenuta denigratoria;
- il diritto di satira che si deve ritenere illimitato e non sottoposto a condizionamenti;
- l’assenza del fatto all’origine del provvedimento espulsivo.
La Cassazione non è stata di questo avviso in quanto, pur rilevando che la vignetta denigratoria fosse stata pubblicata su una chat aziendale con conseguente limitata visibilità, ciò non di meno si era concretizzata una lesione dell’immagine datoriale. Il diritto di critica e quello di satira sono pienamente legittimi ma vanno, in un certo senso, contestualizzati e limitati nell’ambito aziendale e nel rapporto di lavoro.”….continua la lettura