Articolo: Lavoro accessorio – condizioni e limiti operativi
approfondimento di Antonio Ivan Natali – Magistrato ordinario del Tribunale di Brindisi
Estratto dal n. 1/2016 di Diritto & Pratica del Lavoro (Settimanale IPSOA)
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“Il presente contributo mira a considerare la disciplina, l’ampliato campo applicativo e i limiti operativi dell’istituto del lavoro accessorio dopo la riforma contenuta nel Jobs Act, non trascurando infine di evidenziare il carattere “anomalo” e problematico dello stesso, con le connesse rilevanti ricadute pratico-operative.
Definizione
Il lavoro accessorio, almeno con riferimento al nostro attuale ordinamento nazionale, è stato introdotto dal D.Lgs. n. 273/2003, che, con il Capo II, disciplina «prestazioni occasionali di tipo accessorio».
Consiste in una particolare modalità di prestazione lavorativa la cui finalità è quella di regolamentare quelle prestazioni lavorative, definite appunto accessorie, che non sono riconducibili a forme tipiche di contratto di lavoro in quanto svolte in modo saltuario e occasionale nonché tutelare situazioni non espressamente ed appositamente regolamentate dal legislatore, assicurando ai prestatori di lavoro minime tutele previdenziali ed assicurative.
Al tempo della sua introduzione il lavoro accessorio si presentava dunque come un istituto a carattere non solo residuale, ma anche ambiguo e di difficile individuazione concreta, non essendo oggettivamente chiaro quale potesse essere una prestazione accessoria e occasionale.
Ossia era occasionale la prestazione a frequenza settimanale, mensile, bimensile o altro? Quante prestazioni nel corso dell’anno potevano essere effettuate senza sviare dalla tipologia del lavoro accessorio?
L’interprete della norma, così come il giudice chiamato ad applicarla, non poteva certo muoversi dentro limiti certi e definiti….continua la lettura“