Articolo: Lavorare fino a 70 anni – necessità dell’accordo con il datore
articolo di approfondimento di Eufranio Massi per Generazione Vincente
“La riflessione di questa settimana tocca un argomento, quello della possibilità di prolungare la prestazione lavorativa fino alla soglia dei 70 anni, sulla base della previsione contenuta nell’art. 24, comma 4, del D.L. n. 201/2011, convertito nella legge n. 214. Sono state le Sezioni Unite della Cassazione a mettere un punto fermo nella interpretazione della norma che, nei vari gradi della giustizia di merito ed in relazione a varie controversie insorte, aveva dato luogo ad interpretazioni oscillanti. Le Sezioni Unite sono intervenute dopo la specifica remissione operata dalla sezione Lavoro in data 3 novembre 2014 che aveva ritenuto opportuno investirle, attesa la particolare importanza delle questioni correlate alla controversia, ma anche per stabilire, su una materia particolarmente intricata, un indirizzo uniforme per gli organi giudicanti.
La questione, sia pur non di primaria importanza, ha fissato i principi per la risoluzione di alcuni contenziosi, presenti soprattutto nelle imprese di grandi dimensioni come RAI, Telecom, Enel.
La sentenza sulla quale intendo soffermarmi e’ la n. 17589 del 4 settembre 2015: con questa decisione le Sezioni Unite hanno risolto la “querelle” tra un giornalista e la RAI che, opponendosi alla decisione della Corte di Appello di Milano, ne aveva impugnato le conclusioni ad essa sfavorevoli.
Secondo la Suprema Corte l’art. 24, comma 4, non riconosce al lavoratore un diritto soggettivo di natura potestativa da esercitare nel caso in cui intenda continuare a lavorare fino ai 70 anni, rispetto al quale l’imprenditore non ha alcun motivo per opporsi: il proseguimento della prestazione non può che essere la conseguenza di un accordo raggiunto con il proprio datore di lavoro…. continua la lettura“