Articolo: Impiego di lavoratori extracomunitari e vigilanza
approfondimento di Vittorio Fusaro – Ispettore del lavoro in Rovigo
Estratto dal n. 38/2017 di Diritto & Pratica del Lavoro (Settimanale IPSOA)
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“Il 6 marzo 2017 l’Istat ha reso noti gli indicatori demografici relativi alla popolazione residente in Italia al 1° gennaio 2017. Quasi 4 milioni (3.931.133) sono cittadini stranieri di cui 952.446 in età lavorativa. Sempre da fonte Istat nel 2015 sono stati rilasciati 238.936 permessi di soggiorno di cui 21.728 per motivi di lavoro.
Analizzando i vari dati pubblicati dall’Istat il quadro della presenza di cittadini non comunitari in Italia appare estremamente frammentato poiché i dati disponibili sono suddivisi in varie tipologie (immigrati residenti, rifugiati, richiedenti asilo, ecc.) senza che il fenomeno appaia chiaro nella sua complessità.
Ad esempio Il dato pubblicato dall’Istat non contempla gli stranieri regolari ma non residenti, cioè coloro che pur in possesso di un regolare permesso di soggiorno non sono iscritti all’anagrafe di nessun Comune italiano.
Sul punto i dati più attendibili riferiscono di 410.000 persone al 1° gennaio 2016.
Ancora più incerto è il numero degli “irregolari” per i quali, ovviamente, non esistono dati certi ma solo stime. Quelle più aggiornate (al 1° gennaio 2016) riferiscono di 435 mila irregolari presenti in Italia, ossia l’8% degli stranieri regolari.
Tali stime, poi, ferme al gennaio 2016, non contemplano il fenomeno della massiccia immigrazione “irregolare” in Italia che ha caratterizzato l’ultimo biennio.
Essendo il fenomeno migratorio di per sé non “stabile”, l’insieme dei dati riferiti a fonti e tempi diversi porta a ritenere, con un certo grado di attendibilità, che oggi la presenza, a vario titolo e condizione, di cittadini stranieri nel nostro Paese è di circa 6 milioni (il 10% della popolazione residente).
Ulteriori dati consolidati, riferiti al 2015, indicano un trend positivo, rispetto agli anni precedenti, in termini di occupazione del numero di assunzioni di cittadini non comunitari (+30.650 circa) e nel rapporto 2014/2015 un + 4,7% di comunicazioni di assunzione di cittadini non Ue rispetto al +4,1% del numero di rapporti che hanno interessato i lavoratori italiani.
I numeri sopra riportati rendono chiaro che il fenomeno migratorio nel nostro Paese richiede, inevitabilmente, per i profili che qui interessano, la conoscenza delle norme che presidiano la corretta gestione del rapporto di lavoro instaurato con il lavoratore non comunitario, soprattutto per le conseguenze, sia di carattere amministrativo che penale, che derivano dalla violazione delle norme in questione.”….continua la lettura