Articolo: Contratto a tempo determinato – nuovi limiti di durata
approfondimento di Eufranio Massi – esperto di Diritto del Lavoro
Estratto dal n. 36/2018 di Diritto & Pratica del Lavoro (Settimanale IPSOA)
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“La legge n. 96 del 9 agosto 2018, convertendo, con modificazioni il D.L. n. 87/2018, ha modificato il comma 2, art. 19, D.Lgs. n. 81/2018, ed ha stabilito, in via generale, che i contratti a tempo determinato, riferiti a mansioni dello stesso livello della categoria legale di inquadramento, non possono superare, in sommatoria, tra contratti a termine, rinnovi, proroghe e rapporti in somministrazione a tempo determinato, la soglia massima dei 24 mesi. Tale modifica è intervenuta sostituendo, semplicemente, la parola “trentasei” con la parola “ventiquattro”.
Tale premessa è importante per comprendere cosa, effettivamente, sia cambiato rispetto al passato, con riferimento al limite massimo di durata: ovviamente, il contratto a tempo determinato è profondamente mutato su altre questioni ben più incisive come, ad esempio, la reintroduzioni della causali, in caso di superamento del tetto dei dodici mesi o, in caso di rinnovo del contratto per mansioni riferibili allo stesso livello della categoria legale di inquadramento, anche al di sotto di tale soglia.
Il tetto dei ventiquattro mesi
Il superamento del nuovo limite di ventiquattro mesi, sia per effetto di un unico contratto che per una successione di rapporti a termine o somministrazione a tempo determinato, comporta la trasformazione a tempo indeterminato del contratto stesso a partire dalla data in cui la soglia sia stata superata.”…continua la lettura