Articolo: Big data e privacy nel Regolamento Europeo
approfondimento di Sabrina Piselli – Avvocato, Consulente privacy
Estratto dal n. 9/2018 di Diritto & Pratica del Lavoro (Settimanale IPSOA)
Vuoi abbonarti a Diritto & Pratica del Lavoro? Solo per i lettori del sito c’è uno sconto del 10%, basta inserire questo Codice Sconto: 00718-773110 – Scarica un numero omaggio
“Il presente contributo intende soffermarsi sulla tematica del consenso dei lavoratori al trattamento, e in particolare, per le finalità di marketing diretto e/o per quella di comunicazione a soggetti terzi (e/o diffusione) dei loro dati personali come raccolti dalle imprese, anche in considerazione del loro valore economico per le aziende terze che intendano fare marketing.
In vero, va detto che il tavolo del confronto e della discussione, a livello comunitario, si allarga pertanto, necessariamente, a nuove problematiche e a possibili proposte operative, tali da rendere ancor più complesso e caotico il quadro della normativa in materia di protezione dei dati personali, che già risulta grandemente rivoluzionata (in termini di nuovi diritti e principi, come: la privacy by design, la privacy by default, l’accountability o il right to be forgotten) dalla nuova disciplina eurounitaria del Regolamento Ue n. 679/2016, tale da abrogare la nota fondamentale direttiva 95/46.
Al riguardo, va peraltro considerato che i datori di lavoro (privati e pubblici), in ragione del rapporto in essere con i lavoratori, possono avere, nella loro concreta disponibilità (non sempre confortata dall’applicabilità dei principi di finalità, proporzionalità e non eccedenza del trattamento, ai sensi degli artt. 3 e 11 del Codice), informazioni anche dettagliate non solo sui lavoratori (e le relative posizioni giuridiche ed economiche), ma anche sulle loro famiglie, compresi i figli minori.
Senza poter trascurare che tale “patrimonio” informativo spesso viene a includere anche dati sensibili e super-sensibili, quali quelli sanitari e quelli relativi all’orientamento sessuale, con rischi di crescente stratificazione dei dati personali raccolti per ciascun lavoratore e di massiva profilazione dei dipendenti (pubblici o privati che siano).”…. continua la lettura