Ipsoa Quotidiano: Lavoro a termine e somministrazione: criteri di calcolo dei massimali
approfondimento di Roberto Camera* – in collaborazione con
“Tra le novità apportate dal decreto Dignità (legge n. 96/2018) ad alcune tipologie contrattuali di lavoro, è presente anche un nuovo limite, in capo ai rapporti di somministrazione a tempo determinato, che prevede un massimale di utilizzo di detti lavoratori all’interno dell’azienda utilizzatrice.
Proprio questa nuova regola va valutata anche in virtù del limite massimo di contratti diretti a tempo determinato, già presente in capo ai datori di lavoro.
Contratto a tempo determinato
Partiamo con i contratti a tempo determinato, previsti dal Capo III del decreto legislativo n. 81/2015.
Limite legale
Non possono essere presenti contemporaneamente, presso lo stesso datore di lavoro, lavoratori assunti con contratto a tempo determinato in misura percentuale superiore al 20% del numero dei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato in forza al 1° gennaio dell’anno di assunzione. In caso di risultato finale con la virgola, viene applicato l’arrotondamento matematico del decimale all’unità superiore qualora il valore sia uguale o superiore a 0,5.
La norma prevede anche la possibilità che l’azienda abbia iniziato la propria attività nel corso dell’anno. In questo caso, il limite percentuale si computa sul numero dei lavoratori a tempo indeterminato in forza al momento dell’assunzione.
Infine, qualora il datore di lavoro occupi un numero di dipendenti inferiore a 5, può comunque stipulare un contratto di lavoro a tempo determinato, derogando dalla norma principale.”… continua la lettura
* Le considerazioni sono frutto esclusivo del pensiero dell’autore e non hanno carattere in alcun modo impegnativo per l’Amministrazione di appartenenza.