Min.Lavoro: incompatibili le “indennità Covid” per i politici
L’Ufficio Legislativo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha risposto ad un parere – richiesto dall’INPS – in merito alla compatibilità delle indennità previste per ristorare i lavoratori (artt. 27, 28, 29, 30 e 38 del Decreto “cura Italia” – decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18), per coloro i quali hanno incarichi politici.
Il Ministero ha ritenuto incompatibili le richieste da parte dei parlamentari, consiglieri regionali e soggetti con mandati elettorali o incarichi politici in quanto le previsioni normative escludono la spettanza delle indennità per Covid nei confronti di coloro che risultino iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, diverse dalla gestione di appartenenza. In particolare, occorre considerare che deputati e senatori risultano iscritti alle rispettive Casse di previdenza di Camera e Senato, mentre i consiglieri regionali godono di forme di tutela pensionistica alla stregua della disciplina in vigore nelle singole Regioni.
In definitiva, “non sembrano potersi nutrire dubbi in ordine al fatto che, da un lato, le indennità percepite per la carica siano assimilate ai redditi di lavoro dipendente e, dall’altro, che le forme di tutela cui accedono deputati e senatori debbano ritenersi del tutto corrispondenti, sul piano funzionale, a gestoni previdenziali obbligatorie.”
Il Ministero termina il parere ministeriale con la seguente frase: “Pertanto, pur non trascurando la complessità delle questioni giuridiche coinvolte, considerata la ratio della normativa emergenziale, si ritiene condivisibile un orientamento applicativo che conduca all’incompatibilità delle indennità percepite da parlamentari, consiglieri regionali e soggetti con mandati elettorali o incarichi politici, con le indennità di cui agli artt. 27, 28, 29, 30 e 38 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 aprile 2020, n. 27.”.
Il parere delMinistero del Lavoro