Governo: disposizioni per la tutela del lavoro nelle imprese sequestrate e confiscate
Il Consiglio dei Ministri, nella seduta del 16 marzo 2018, ha approvato un Decreto che introduce disposizioni per la tutela del lavoro nelle imprese sequestrate e confiscate sottoposte ad amministrazione giudiziaria (in attuazione dell’articolo 34, della legge 17 ottobre 2017, n.161), favorendo l’emersione del lavoro irregolare, nonché il contrasto dell’intermediazione illecita e dello sfruttamento del lavoro e consentendo, ove necessario, l’accesso all’integrazione salariale e agli ammortizzatori sociali.
Le nuove disposizioni sono volte a sostenere la continuazione o la ripresa dell’attività delle imprese sequestrate e confiscate sottoposte ad amministrazione giudiziaria, con l’obiettivo di contrastare la presenza delle organizzazioni criminali nel tessuto economico e di offrire un’opportunità concreta di lavoro, nonché di favorire il mantenimento e lo sviluppo delle professionalità acquisite, evitando che aziende sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata siano destinate a fallire, producendo così rilevanti costi economici e sociali.
In particolare, il decreto introduce una serie di misure di sostegno e di incentivo:
- uno specifico trattamento di sostegno al reddito dei lavoratori che non possono fruire degli ammortizzatori sociali ordinari, pari al trattamento straordinario di integrazione salariale, per la durata massima di 12 mesi nel triennio;
- una indennità mensile per i lavoratori che non possono fruire della NaSpI, per la durata di quattro mesi e pari alla metà dell’importo massimo mensile della indennità di disoccupazione;
- l’estensione delle misura di agevolazione per le imprese, previste dalla legge n. 208 del 2015.
Il decreto introduce poi specifiche regole per le imprese sequestrate e confiscate in materia di Documento unico di regolarità contributiva (DURC) e di opponibilità dei provvedimenti sanzionatori in materia di lavoro e di legislazione sociale.
Sono, infine, previsti flussi di comunicazione tra le autorità amministrative, l’autorità giudiziaria, il Prefetto e l’INPS, per garantire la completa informazione di tutti gli enti interessati.
Fonte: Governo