Articolo: Videosorveglianza – necessità dell’accordo sindacale o dell’autorizzazione
approfondimento di Eufranio Massi per Generazione Vincente
“Nei 47 anni trascorsi dall’entrata in vigore dello Statuto dei Lavoratori la Cassazione penale ha avuto modo due sole volte di occuparsi del caso in cui un datore di lavoro aveva installato le telecamere in assenza di accordo sindacale o, in mancanza, di autorizzazione dell’Ispettorato territoriale del Lavoro, ma con l’accordo di tutti i dipendenti interessati. La ragione per la quale si è giunti, così poche volte, alla pronuncia della Suprema Corte è, senz’altro, da ricercarsi nel fatto che il pagamento dell’ammenda, oblabile nella misura minima, con meno di 400 euro (valore attuale), estingue il reato e l’esiguo importo non giustifica il ricorso fino alla decisione finale dei giudici di Piazza Cavour.
Questa breve riflessione parte dalla sentenza n. 22148, depositata l’8 maggio 2017 che si pone in totale contrasto con la decisione adottata da altra sezione della Corte, la n. 22611 del 17 aprile 2012.
L’art. 4 della legge n. 300/1970 anche nella versione fornita dal Legislatore dopo le modifiche intervenute con l’art. 23 del D.L.vo n. 151/2015 prevede, all’art. 1, la necessità di un accordo preventivo con le organizzazioni sindacali o, in mancanza, dell’autorizzazione amministrativa dell’Ispettorato territoriale del Lavoro allorquando si renda necessaria l’installazione di impianti audiovisivi per la tutela del patrimonio aziendale, per la sicurezza sul lavoro e per esigenze tecnico produttive dalle quali derivi la possibilità di controllare l’attività dei dipendenti: si tratta di passaggi che, comunque, debbono essere preventivi rispetto alla installazione degli impianti e che non possono essere sanati con l’accordo o l’autorizzazione ex post.”….continua la lettura