Min. lavoro: interpello 71/2009 – Società cooperative di nuova costituzione – piano di avviamento
La Direzione Generale per l’Attività Ispettiva del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, con interpello n. 71 del 12 ottobre 2009, ha risposto ad un quesito dell’Associazione Nazionale Consulenti del Lavoro, in merito ai piani di avviamento di cui all’art. 6, comma 1,lett. f), della Legge n. 142/2001.
La risposta in sintesi:
“… Dalla lettura dell’art. 6, comma 1, lett. f), della Legge n. 142/2001 appare la chiara volontà del Legislatore di subordinare l’adozione dei piani di avviamento da parte delle assemblee delle società cooperative ad un intervento regolatorio da parte delle Associazioni di rappresentanza della cooperazione e le organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative, attraverso specifici accordi collettivi. In tal senso, si veda anche la circolare del Ministero del Lavoro n. 10 del 18 marzo 2004 che, nel commentare il rinvio operato dal Legislatore sull’art. 2 della Legge n. 142/2001, indica quali soggetti chiamati alla stipula degli accordi collettivi proprio le Associazioni nazionali riconosciute ai sensi del D.L.C.P.S. n. 1577/1947.
Tale tipo di intervento, pertanto, va considerato quale condizione applicativa della norma, che altrimenti verrebbe svuotata dei suoi effetti.
Ne consegue che, pur tenendo conto della mancata attuazione della norma suddetta nella parte in cui prevede la definizione delle modalità relative ai piani di avviamento in accordi collettivi, non sembra sussistano spazi interpretativi per consentire alle società cooperative di deliberare tali piani di avviamento in assenza delle previsioni fissate ai sensi dell’art. 6, comma 1, lettera f), della Legge n. 142/2001.
Con ulteriore quesito l’Associazione Nazionale Consulenti del Lavoro chiede di conoscere il parere di questa Direzione in ordine alla possibilità che a stipulare gli accordi di definizione dei piani di avviamento siano le organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative a livello locale, in luogo delle organizzazioni sindacali nazionali.
Al riguardo, sempre sulla scorta di quanto chiaramente deciso dal Legislatore – che rimette la regolamentazione dei piani di avviamento alle “associazioni nazionali del movimento cooperativo” ed alle “organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative” – ed in mancanza di esplicite previsioni in senso contrario, pare doversi rispondere negativamente.”.